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Self-publishing: pubblicare sul Web come editore indipendente
Iniziare la propria attività di self-publishing non è gratis, soprattutto a livello di tempo richiesto, inoltre richiede un certo bagaglio di competenze sia per quanto riguarda gli argomenti da trattare, sia per le tecniche relative alla pubblicazione dei contenuti concernenti tali argomenti. Come già detto se tutto quello che abbiamo da raccontare è la propria vita, per quanto avventurosa che sia, è difficile che il blog possa diventare una fonte di guadagno alternativa. Gli argomenti su cui incentrare i propri testi devono essere utili ai lettori e quindi devono avere un'impostazione pratica e in qualche caso didattica.
In ogni caso la procedura da seguire per aprire un blog e diventare reporter indipendenti può essere descritta dai seguenti passi:
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Trovare la propria passione. L'eclettismo non giova alle piccole pubblicazioni online, meglio scegliere tra i propri interessi quello preferito o quello meno comune.
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Acquisire, verificare ed aggiornare le proprie competenze tecniche. Benchè le moderne piattaforme di self-publishing siano abbastanza semplici da usare, sviluppare un'attività che sappia distinguersi dalle altre richiede conoscenze concernenti linguaggio HTML, fogli di stile (CSS) e linguaggi di scripting server-side (PHP, Perl, ASP); inoltre è necessario far proprie tutte quelle terminologie introdotte con l'avvento del web 2.0 come feed RSS (Really Simple Syndication), podcasting e aggregatori, utili per sfruttare al meglio i metodi di diffusione online dei propri contributi. In pratica è indispensabile aggiornarsi periodicamente sugli ultimi strumenti di pubblicazione e distribuzione dei contenuti.
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Scegliere gli strumenti di pubblicazione. Se non si è esperti sulle tecniche elencate nel punto precedente è meglio affidarsi alla consulenza di un tecnico che sappia consigliarci la migliore soluzione per pubblicare online. Le soluzioni possono essere due: iscriversi ad una piattaforma di blogging e hosting integrata (Blogger, Wordpress) oppure acquistare spazio su un server (fornito da un ISP, Internet Service Provider) ed installare (o far installare) un software di blogging o un sistema di content management (CMS). Le piattaforme integrate sono spesso gratuite, ma non sono abbastanza flessibili nella personalizzazione dell'interfaccia grafica del nostro sito, mentre l'acquisto di un proprio spazio è di solito la soluzione migliore per chi ha più esigenze in questo senso.
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Specializzarsi su un tema preciso. Se i nostri contributi si focalizzano su un argomento di nicchia è più semplice creare un sito di riferimento per quel determinato argomento in modo da garantirsi una certa autorità in materia ed un eventuale ritorno economico.
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Scrivere frequentemente. Aggiornare con regolarità il proprio sito spinge i visitatori a vedere spesso se c'è qualcosa di nuovo, inoltre i motori di ricerca favoriscono i siti modificati più frequentemente. Se non è fattibile pubblicare con una certa frequenza, allora è consigliabile includere sul blog una sezione dedicata alle news selezionate e filtrate da noi grazie ai tool (basati su RSS) che aggregano automaticamente notizie provenienti da fonti eterogenee.
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Formattare in modo opportuno i contenuti. Scrivere titoli efficaci, usare grassetti, link e break tra i paragrafi può aiutare molto la lettura e lo scanning delle pagine. E' utile quindi crearsi una piccola cultura riguardo usability e information design.
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Pubblicare link a risorse esterne. Il pensiero collettivo si sviluppa grazie ai continui riferimenti tra le persone e le loro opere, quindi anche i collegamenti che aiutano gli utenti ad orientarsi sul web possono essere considerati dei contenuti validi.
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Favorire l'interazione dei lettori. Permettere ai propri utenti di commentare notizie e contenuti agevola un tipo di conversazione bidirezionale che rappresenta di per sé un contenuto interessante per i lettori.
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Promuovere i contenuti. Le tecnologie basate su XML, come i feed RSS e gli aggregatori nascono proprio per questo e permettono di distribuire i propri contributi e farli leggere ad un vasto pubblico senza che ognuno debba andare per forza sul sito della fonte originale (anche se è sempre presente un riferimento ad essa).
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Guadagnare con il proprio blog. Anche se si scrive per passione, è auspicabile avere un riscontro economico almeno per sostenere le spese. I metodi principali si basano sulla visualizzazione sul proprio sito di annunci pubblicitari forniti da agenzie esterne (ad es. Google AdSense). Di solito il calcolo degli introiti relativi agli annunci segue una logica pay-per-click, per cui più volte gli utenti cliccano sui link dell'annuncio, più si guadagna.
Il percorso descritto nei punti precedenti può essere complesso, ma è percorribile da chiunque sia in possesso dei giusti requisiti intellettuali e senza un investimento economico eccessivo. Questa relativa facilità ha generato all'interno del mondo giornalistico tradizionale una serie di dubbi, domande e paure riguardo il futuro della professione.
Il giornalista del futuro sarà editore di se stesso?
Come già detto il dibattito attorno a blogging e giornalismo perdura ormai da tempo e non trova soluzione anche perchè non è possibile stabilire scientificamente se un contenuto, un sito o un blog sia o meno di tipo giornalistico. L'avvento del web 2.0 e delle applicazioni per la gestione semplificata della pubblicazione online ha moltiplicato le sorgenti di infomazione e la nuova figura del giornalista sembra essere chiamata a selezionarle, verificarle e garantirne la qualità. Per molti però questa via per cui il nuovo giornalista diventi un regolatore dei flussi di informazione in grado di stabilire l'autorevolezza delle fonti non è percorribile, ma al contrario esso dovrà sviluppare grazie alle nuove tecnologie forme di editoria personale ed indipendente sulle orme degli attuali prodotti del self-publishing come i blog e i web-magazine.
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